Cineaste n.17: Dalla parte delle gattare
... ma - almeno in fatto di cinema - rimaniamo antispecistə
Buongiorno anche se è giovedì,
pure questa settimana è stata piuttosto politica, con la crisi di governo aperta da un gruppetto di esaltati che pensavano di cavarsela senza nemmeno far parlare le ministre dimissionarie Bellanova e Bonetti, mentre negli Stati Uniti si è finalmente arrivati all’insediamento di Biden e Harris. E il giornalista Alan Friedman, presenza fissa sulla tv italiana ha descritto Melania Knauss come la escort di Donald Trump, raccogliendo diverse risate complici a Unomattina, sulla tv di stato, dove evidentemente ai conduttori sta benissimo che il termine sia stato usato come insulto.
In tutto questo si rischia di perdere di vista la vicenda di una regista, Laura Poitras, che voglio quindi presentare in apertura, in particolare a chi si interessa di whistleblowers, politica e libertà di stampa oltre che di cinema.
Laura Poitras è una regista premio Oscar per il documentario CitizenFour su Edward Snowden, il whistleblower ex tecnico della CIA ed ex collaboratore di un’azienda consulente della National Security Agency. Snowden ha rivelato nel 2013, con l’aiuto di alcuni giornalisti tra cui Glenn Greenwald e Poitras, i programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico.
[Il film è ora disponibile su Amazon Prime, che si può avere gratis per un mese]
Nel 2014 Greenwald, Poitras e Jeremy Scahill hanno fondato The Intercept, una testata lanciata da First Look Media. L’intenzione era quella di divulgare le informazioni ottenute da Snowden (un po’ come Wikileaks di Julian Assange) e fare giornalismo investigativo accurato e indipendente. Mentre Poitras vinceva l’Oscar e Greenwald il Pulitzer, The Intercept trovava il suo spazio. Ma lo scorso ottobre Greenwald ha lasciato The Intercept perché in totale disaccordo con la linea editoriale attuale, a suo dire censoria: ha accusato il giornale soprattutto per aver respinto un suo articolo in cui criticava come i media americani non avessero affrontato la questione delle email trovate nel computer portatile del figlio di Joe Biden. Se The Intercept rifiuta questo giornalismo, allora non è più The Intercept, dice Greenwald. Poco dopo, ossia giovedì scorso, Poitras ha dichiarato con una lettera aperta di essere stata licenziata da First Look Media, che possiede Field of Vision, la società di produzione di documentari dove lei ha svolto gran parte del suo lavoro. Poitras ha detto che è successo per aver criticato The Intercept in merito alla vicenda di una whistleblower chiamata Reality Winner. Le informazioni di Winner pubblicate nel 2018 riguardavano la volontà degli Stati Uniti di condizionare le elezioni in Russia, ma è stata arrestata prima della pubblicazione della storia e attualmente sta scontando cinque anni di carcere, perciò Poitras sostiene che The 'Intercept è stata incapace di proteggere la sua fonte, o peggio ancora, non l’ha voluto fare. First Look sostiene che il contratto di Poitras non è stato rinnovato perché inattiva con loro da due anni. A chi le chiedeva come mai abbia deciso di parlarne solo adesso, essendo stata licenziata in novembre, Poitras ha spiegato che si è voluta dedicare ad un articolo di opinione per il New York Times sulla legge sullo spionaggio e sulla sentenza Assange, e non voleva che ci fossero due dichiarazioni pubbliche. Non voleva cioè distogliere l'attenzione da Assange, e poi a inizio gennaio ha rimandato ancora perché i giornali parlavano quasi solo di Trump.
Invito a conoscere il resto della storia attraverso l’intervista di Indiewire a Laura Poitras, dalla quale è tratta la foto qui sotto.
COSA VEDERE
Come sai se non è la prima volta che leggi Cineaste, ogni settimana suggerisco un po’ di film, almeno uno per ogni serata / giornata che ci separa dal prossimo appuntamento, che tendenzialmente è il martedì o il mercoledì, ma oggi è giovedì perché sono rimasta senza computer in zona rossa e ho dovuto affrontare un tot di peripezie.
Ecco allora che dopo il passaggio televisivo, arriva su Raiplay (ossia gratis) uno dei documentari italiani più originali degli ultimi anni: N-Capace di Eleonora Danco. La regista gira tra Roma e Terracina e ci consegna un ritratto italiano attraverso le domande che pone alla gente comune. De Chirico, Giotto, Bunuel e il Surrealismo sono i riferimenti per la poetica che Danco si è data (è proprio lei che vedi qui sotto).
Dato che si parla quasi sempre malissimo del rapporto tra Madonna e il cinema, fatta salva l’eccezione di Evita, voglio segnalare che il suo esordio registico, Sacro e profano, non è niente male ed è disponibile gratuitamente su Raiplay. Il protagonista è il cantante dei Gogol Bordello, Eugene Hütz, e il film racconta diverse persone all’inseguimento di un sogno, chi come musicista, chi come scrittore, chi come danzatrice etc., riportandoci a quando era proprio Madonna a desiderare di sfondare nello show business.
Ancora un altro titolo su Raiplay, gratis: Meduse di Shira Geffen, film amato da Nanni Moretti che lo distribuì in Italia. Qui (sia in italiano che in inglese) una mia successiva intervista alla regista, per conoscerla meglio.
Da non perdere, tra le ottime proposte dell’iniziativa #iorestoinsala (nata lo scorso maggio per sostenere alcune sale ora chiuse) Cosa resta della rivoluzione? di Judith Davis. Una commedia la cui protagonista è una ragazza figlia di due attivisti che si pone proprio la questione del titolo: cosa resta di ciò per cui lottiamo?
Bisogna approfittare entro il 28 gennaio per vedere Mustang di Deniz Gamze Ergüven, regista turca naturalizzata francese. Questo è il film che la Francia ha candidato all’Oscar nel 2015: solo io mi immagino le polemiche se in Italia candidassimo un film diretto da unə registə non natə e cresciutə qui? Lo trovi su Sky Go e su Now Tv (oppure a pagamento su altre piattaforme).
Chloé Zhao è una delle registe di cui si è parlato di più negli ultimi anni, in particolare per Nomadland, che ha vinto l’anno scorso a Venezia, ma anche per The Rider - Il sogno di un cowboy, molto amato dalla critica americana. Il primo (ossia l’ultimo in ordine di tempo) arriverà probabilmente in marzo, mentre The Rider racconta di un giovane uomo e dalla sua vita per niente esaltante come professionista del rodeo (insomma, non voglio dire di più). Su Chili e altre piattaforme.
Chi è gattara dentro, su Youtube può vedere gratis (ossia con la prova gratuita) Kedi - La città dei gatti, documentario sulla popolazione gatta di Istanbul, che in città è una comunità come le altre della metropoli. Regia di Ceyda Torun.
Non volendo certo dimenticare i film d’animazione, uno bellissimo lo propone la Cineteca di Milano: I racconti di Parvana. Parvana ha undici anni e cresce sotto il dominio dei Talebani. Quando suo padre viene arrestato farà di tutto per liberarlo. Il film è stato scritto dalla regista Nora Twomey insieme a Deborah Ellis, autrice di Sotto il burqua (Fabbri editori).
Inoltre è uscito il dvd di La mia casa e i miei coinquilini di Marcella Piccinini, documentario su Joyce Lussu, attivista, femminista e compagna di lotte di Emilio Lussu.
L’ECCEZIONE
Spero non ti dispiaccia se da un po’ di tempo a questa parte faccio un’eccezione segnalando un film diretto da un regista uomo per salutare quelli che si lamentano per questa newsletter sui film diretti solo da registe donne. Oggi voglio segnalare che Israele ha condannato il regista palestinese Mohammad Bakri per aver raccontato il massacro di palestinesi a opera di Israele a Jenin nell’aprile 2002. Per questo il film Jenin, Jenin è stato da reso disponibile su Vimeo, gratuitamente.
NOTIZIE E LETTURE
Ecco qualche lettura consigliata:
Come vanno le cose per il Nuovo Cinema Palazzo a Roma, di Emma Catherine Gainsforth
Bong Joon ho sarà il Presidente della Giuria internazionale di Venezia78 [Il che spiega perché qui sopra trovi una foto di una Céline Sciamma molto emozionata nell’abbracciarlo alla festa per gli Oscar ottenuti da Parasite]
Con la Brexit ti sequestrano pure i panini, di Brahim Maarad
Perché Madonna, Kathy Griffin e Robert De Niro sono stati citati nel processo per impeacchare Trump
Il mio articolo su come i cinepanettoni siano portatori di bodyshaming, sessismo e razzismo
Il libro della settimana è Insegnare italiano L2 con il cinema, scritto da Pierangela Diadori, Stefania Carpiceci e Giuseppe Caruso ed edito da Carocci. Perché il cinema è sempre un valido strumento per chi insegna, non di meno per chi insegna la nostra lingua a chi la deve imparare. Le parti in cui si articola il testo coprono gli ambiti fondamentali per avvicinare al cinema italiano gli apprendenti stranieri: la sua storia, che riflette quasi un secolo di mutamenti sociali e culturali; la sua lingua, quella dei film italiani e di quelli stranieri poi doppiati; le sue potenzialità didattiche. Chiude il libro una sezione contenente schede di lavoro fotocopiabili e utilizzabili in classe, relative a sequenze filmiche facilmente reperibili online o in DVD.
#
[La qui présente è Judith Davis in Cosa resta della rivoluzione]
PROMEMORIA
Se vuoi iscriverti per la prima volta (gratis o donando), QUI trovi le istruzioni.
Per leggere le precedenti newsletter vai su cineaste.substack.com
Se vuoi contattarmi per segnalazioni o proposte di collaborazione scrivimi tutti i dettagli a cineaste@substack.com
Se invece si tratta d’altro utilizza pure i miei account sui social:
Linkedin | Twitter | Facebook | Instagram
Se vuoi sostenere Cineaste, leggi come fare.
A presto!
Chiara