Cineaste n.6: Quando il #tuttimaschi viene dalle donne
...ma per fortuna c'è grande cinema grazie ai festival on line
Buonasera Cineaste-addicted,
com’è iniziato il lockdown? Spero meglio del mio, magari un po’ di buon cinema può aiutare. E scusa per il ritardo della newsletter di oggi, c’è stato un problema tecnico (ossia avevo dimenticato il caricabatterie del computer, e in zona rossa non è così semplice recuperarlo).
Nonostante tutto sto lavorando a Cinema d’iDEA, festival di film diretti da donne. Insieme a Patrizia Fregonese e a Streeen usiamo la macchina del tempo (magari!) perché tutto sia pronto sabato, quando proietteremo gratuitamente il film vincitore della scorsa edizione, Platform di Sahar Mosayebi, la storia di tre sorelle iraniane campionesse di wushu, un’arte marziale cinese. Tra i film in programma a partire da domenica: Citizen Rosi di Didi Gnocchi e Carolina Rosi, We are soldiers di Svitlana Smirnova e Touran Khanom di Rakhshan Banietemad e Mojtaba Mirtahmasb, il documentario su Touran Mirhadi (Khomarloo), la figura più importante per quanto riguarda l’educazione dei bambini in Iran. E i film iraniani saranno ben sei: INFO E PROGRAMMA.
Dato che alcune donne hanno già commentato che l’immagine che riprendo qui sotto (grazie Elisatron per la grafica e per aver resistito dal fare uno dei tuoi famosi meme!) è una vergogna per via del velo, condivido uno dei tanti articoli in cui donne musulmane spiegano perché il velo non è sottomissione all’uomo, da Vice . A parte il tipico pregiudizio islamofobico che descrive le donne musulmane come incapaci di abbracciare la libertà, direi che i film si giudicano solo dopo averli visti.
Oggi parlerò di una formazione con docenti #tuttimaschi proposta da donne, di film da vedere in streaming al di là delle solite piattaforme, di un festival di film diretti da donne cui sto lavorando, e delle richieste delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo
LA SETTIMANA
YOU’RE FIRED!
Negli ultimi giorni siamo state/i con il fiato sospeso per le elezioni americane, che a dispetto dei sondaggi sono state vinte da Joe Biden. Ma anche da Kamala Harris: la prima donna e la prima persona non bianca a diventare vicepresidente (per Libero è l’ennesima occasione per un titolo misogino, sessista e coloniale) ha accesso gli entusiasmi soprattutto tra le persone di sinistra nel nostro paese, anche se raramente in Italia possiamo votare candidate/i non bianche/i. Forse perché una moltitudine di persone, in primis quelle non bianche, non interessa ai partiti. In ogni caso, prima di gioire per Harris, suggerirei di conoscere le sue idee e il suo percorso (che ho riassunto qui. E sì, io tifo Alexandria Ocasio-Cortez, che ha sottolineato come a Biden il voto dei latinos non interessasse, ad esempio).
È comunque un’elezione storica perché porta al Congresso americano un numero record di donne, record anche per le native americane. Un guaio per l’attore Vincent Gallo, per cui non avrebbero nemmeno dovuto votare.
Sono state elette per la prima volta una donna transgender, una donna iraniana-americana, due donne musulmane... (qui). Matteo Salvini, invece, è stato definito Trump’s Italian cheerleader e cospirazionista dall’Independent.
Per chi si interessa di storia contemporanea americana segnalo che La7 ha lanciato La7Prime, con diversi film a riguardo.
L’Oxford Dictionary dovrà aggiornare la sua definizione di donna
Fino ad oggi il prestigioso dizionario considerava la donna solo come compagna dell’uomo, ma poi è arrivata Maria Beatrice Giovanardi. Qui la storia a lieto fine.
Il ministro della cultura Dario Franceschini ha deluso davvero tutte/i
Considerato uomo forte di più governi, Franceschini ha potuto contare a lungo sulla vicinanza di alcune tra le maggiori associazioni di cinema, ma adesso è criticato anche degli esercenti dell’Anec perché ha firmato un decreto che permette di trasmettere sulle piattaforme film che non sono mai stati proiettati in una sala cinematografica, e ricevere inoltre i contributi previsti dalla Legge Cinema (quella che lui diceva di aver voluto sul modello francese: eccolo smentito di nuovo). Un bel problema per gli esercenti, che spiegano che così facendo «si decreta la chiusura definitiva di un comparto già compromesso (…) Se le sale dovessero riaprire nella prima metà di dicembre, non ci sarebbero film pronti per essere programmati e ci troveremmo davanti al paradosso di poter aprire ma dover stare chiusi per mancanza di prodotto».
Intanto ci sono attori e attrici che stanno pensando di cambiare lavoro, come spiega in questa intervista Laura Sicignano, Direttrice del Teatro Stabile di Catania, che dice (vale ovviamente anche per il cinema): «Quello dell’attore, in primis, rischia di diventare sempre di più, purtroppo, un mestiere per ricchi» .
Qui le rivendicazioni del settore dello spettacolo, sintetizzate dal volantino della manifestazione a Milano.
Le streghe discrimina le persone con disabilità?
Per rendere più spaventoso il personaggio interpretato da Anne Hathaway nel nuovo film di Robert Zemeckis, Le streghe, si è scelto di mostrarlo con le dita centrali mancanti (si chiama ectrodattilia o agenesia centrale). Molte persone con disabilità e alleate hanno protestato: una simile rappresentazione rafforza lo stereotipo per cui le persone con questa disabilità sono spaventose. Inoltre, nel libro di Roald Dahl da cui il film è tratto, il personaggio della Grande Madre Suprema non ha questa caratteristica. Anne Hathaway si è scusata.
Nella prossima newsletter parlerò dell’abilismo nel cinema, mentre in Italia questa forma di discriminazione è stata aggiunta a quelle che la legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, approvata alla Camera, cercherà di combattere.
Johnny Depp e le conseguenze del MeToo
L’ex moglie e attrice Amber Heard lo accusa di essere stato violento e Depp questa settimana ha perso una causa con The Sun che lo aveva definito «picchiatore di mogli» . Depp ha ricevuto da Warner Bros la richiesta di non interpretare più Animali fantastici e ha accettato, ma da tempo dice che la persona violenta tra i due era lei. Sui social molte sono dalla sua parte e hanno lanciato una petizione affinché abbia di nuovo il ruolo, altrimenti boicotteranno il nuovo film. Probabilmente la verità non la sapremo mai.
Netflix è un’impresa coloniale?
Le piattaforme come Netflix, che nell’ambiente chiamiamo OTT (Over The Top), saranno ora costrette in Canada dal Broadcoaster Act a sovvenzionare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di contenuti culturali e di intrattenimento realizzati sul territorio canadese (come recentemente stabilito anche in Francia): «Chiediamo a queste grandi e ricche società di investire nelle storie canadesi, nella musica canadese, negli artisti canadesi, proprio come fanno già i fornitori locali di TV via cavo e le emittenti televisive», ha dichiarato il ministro Steven Guilbeault. Non si tratta di una nuova forma di sovranismo, ma di chiedere che le aziende presenti su un territorio creino posti di lavoro e non solo profitti per sé: in questo dovremmo proprio imitare Francia e Canada.
Maria Pia Ammirati è la nuova direttrice di Rai Fiction. Dal 1992 in Rai, attualmente è direttrice di Rai Teche e presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà.
Giona A. Nazzaro è il nuovo direttore del Festival di Locarno
E questa è una bella notizia per chi si interessa come lui di film diretti da donne e di minoranze, diritti umani e diversity.
Ci ha lasciato Luisa Mandelli
Non tutti conoscono il suo nome, ma è stata la donna che ha ispirato a Guido Crepax il personaggio di Valentina, protagonista anche del documentario Cercando Valentina di Giancarlo Soldi, prodotto da Stefania Casini. (qui un ritratto di Paolo Armelli per Wired).
#TUTTIMASCHI: QUANDO DIPENDE DALLE DONNE
Che senso ha un gruppo Facebook di professioniste dove si insulta, si disprezza apertamente il femminismo confondendolo con la misandria e si fanno conoscere solo le iniziative di coloro che posso permettersi di dare un contributo economico alle amministratrici? Questo è quanto sta succedendo in Mujeres nel Cinema, un gruppo per professioniste e aspiranti professioniste del cinema che conta oltre 8mila iscritte. Chi obietta quanto scrivono le amministratrici viene bloccata (è il mio caso) o redarguita. Nemmeno nei sottogruppi locali è possibile aprire un confronto sereno su cosa succede lì, perché le amministratrici del gruppo nazionale intervengono invocando la censura.
La scorsa settimana avevo segnalato la formazione di CinemaLive che prevede docenze solo da parte di uomini. Ho posto la domanda alla relativa pagina Facebook, attestata su posizioni filo-governative, ma non ho avuto alcuna risposta.
Passa qualche giorno e trovo nel gruppo Mujeres un post che invita ad iscriversi ad una formazione di cui non viene dichiarato il costo (brutta usanza tutta italiana) e che prevede solo docenti uomini. Faccio notare, insieme ad altre, che esistono molte professioniste donne da contattare. Una delle due organizzatrici, tale Danila Stalteri, risponde con una serie di commenti del tenore di “embe' svejate che l'anni 70 so finiti da un pezzo... Che pesantezza! “ e “questa forma stupidissima di femminismo anni 70 è finita da un pezzo e ha fatto più danni che altro”. Salvo poi aggiungere, come hanno fatto tutti i maschi feriti cui finora abbiamo fatto notare la stessa cosa, che in futuro le donne ci saranno. Le Mujeres amministratrici disabilitano i commenti al post per tutelare le loro due sodali, che poi scopro averle pagate per poter far conoscere il corso, e pubblicano uno (cui di nuovo finiranno per disabilitare i commenti) in cui scrivono rivolgendosi a me e alle contestatarie che il tempo di odiare gli uomini (?!) è finito, cosa che peraltro ripetono senza motivo alcuno anche nelle riunioni in cui da un anno a questa parte si cerca di realizzare qualcosa, magari un associazione che permetta alle amministratrici romane di realizzare nuove feste ed eventi. E minacciano epurazioni:
“ il fatto di aver creato un gruppo dove ci supportiamo reciprocamente e dove ci accomuna l'essere donne, non vuol dire che escludiamo il poter lavorare con uomini professionisti del settore, né che li odiamo né che vogliamo fare loro guerra. Questo è anche una delle regole. Chi la pensa diversamente può decidere in autonomia di abbandonare il gruppo (…) da oggi chi userà toni polemici ed aggressivi sarà eliminata dal gruppo. “
(Ma quindi si decide in autonomia o decidono come sempre le amministratrici, manco fosse un ministero?) Ergo, la persona aggressiva (quella che più di tutte loro ce l’ha con il femminismo) è al sicuro, mentre chi non è amica dovrà lasciare il gruppo. Ringrazio la persona che ha scritto un chiarimento a chi non avesse capito l’accaduto, specificando che “Il gruppo non é nato e cresciuto per essere proprietà privata o rappresentare una cerchia ristretta di persone, ma per far comunicare diverse visioni e basarsi su e potenziare comuni denominatori. Ovvero far lavorare le donne di e in tutti i ruoli del settore. (…) Non credo proprio che si sia trattato da parte delle commentatrici di una volontà d’odio e o d’esclusione dell’intero universo maschile (…) Questa mi sembra invece più una paranoia, tristemente diffusa nella nostra contemporaneità, che rappresenta forse non solo paura, insicurezza o malizia, ma anche uno dei più grandi ostacoli ad un efficace cambiamento, se non un viatico ad una regressione dei giganti passi in avanti fatti finora dalle donne e dai loro onesti sostenitori. (…) Il regolamento (approvato da molte in modalità informatica) proprio perché rappresenta nella sua sinteticità una mediazione tra visioni diverse e un tentativo di mettere a fuoco quei denominatori comuni, non può essere usato, forzatamente interpretato, ma deve essere ri-proposto come un invito a tener ben vivi in tutte, dico tutte, tutti, quegli stessi denominatori. “
Io dopo i vocali lunghi come un podcast in cui le amministratrici qualche settimana fa mi intimavano di non commentare più, e che la solidarietà per l’attacco squadrista che ho ricevuto dall’Est Film Festival da loro non l’avrò mai, non so che dire, se non che è un vero peccato che le amministratrici del gruppo che diceva di voler puntare all’uguaglianza tra professioniste e professionisti non riconosca i comportamenti fascisti, sputi sul femminismo e semini zizzania. Per fortuna siamo tante e magari solo le amministratrici romane e poche altre ragionano così. Ma che messaggio passa alle più giovani? Questo sì mi preoccupa, non lo meritano.
#donnechenonsannostarealmondo
COSA VEDERE
Di Cinema d’idea, il festival di film diretti da donne, ho già detto all’inizio della newsletter: non perderti la proiezione gratuita di Platform sabato e tutte quelle in programma da domenica (INFO).
CiakPolska Film Festival, festival del cinema polacco, è on line, GRATIS, fino al 16 novembre su www.cinetecamilano.it: troviamo film come Corpi di Malgorzata Szumowska e Il principe e il Dybbuk di Elwira Niewiera e Piotr Rosołowski. Il programma completo è qui.
Be Natural di Pamela B. Green, che racconta la storia di Alice Guy, la prima donna regista, produttrice e direttrice di uno studio cinematografico, è uno dei tanti film in programma al Mescalito Biopic Fest. INFO.
Domenica inizia il Festival dei Popoli, e forse non dovrei dirlo perché non va a vantaggio di Cinema d’iDEA, ma è uno dei festival italiani più belli! Segnalo Sisters with transitors di Lisa Rovner, Le fils de l'épicière, le maire, le village et le monde di Claire Simon, Turkish Riviera di Senem Göcmen, This Rain Will Never Stop di Alina Gorlova, Dans la maison di Karima Saidi, Lo que diran di Nila Núñez, Aylesbury Estate di Carlotta Berti, L'Iles des perdus di Laura Lamanda. (INFO).
Fino al 20 novembre c’è MedFilmFest. Ci sono Lift Like a Girl di Mayye Zayed, Ghosts di Azra Deniz Okyay, La Ultima Primavera di Isabel Lamberti. (INFO).
Lo schermo dell’arte è un bellissimo festival di cinema e arte contemporanea. Tra i film in programma Kala Azar di Janis Rafa e Letter to a friend di Emily Jacir, più alcuni eventi gratuiti. INFO
accordi @ DISACCORDI è un altro festival che quest’anno va on line. È dedicato ai cortometraggi, tra cui troviamo Emilia di Cristina Guillen e Delitto Naturale di Valentina Bertuzzi (INFO).
Anche il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste: non sono bene informata sull’edizione di quest’anno, e me ne scuso: rimando alle INFO.
Il Festival del cinema africano di Verona proietta alcuni cortometraggi, tra cui Maman(s) di Maïmouna Doucouré, la regista recentemente criticata per Cuties, serie in programmazione su Netflix. INFO.
Al festival Mente Locale. Visioni sul territorio domani sono in programma tre documentari a regia femminile: Through the lens di Costanza La Bruna. Mujeres del campo di Marta Solano e The season, when velvet antlers get ripe di Galina Leontieva. INFO.
Tra i film che si possono vedere sul sito del Cinema Beltrade di Milano segnalo Gesù è morto per i peccati degli altri di Maria Arena, I racconti di Parvana di Nora Twomey, The Wolfpack di Crystal Moselle, Marie Curie di Marie Noëlle e Alla mia piccola Sama di Waad Al-Khateab ed Edward Watts. INFO.
Il nuovo canale di RaroVideo su Amazon Prime programma Mimì metallurgico ferito nell'onore di Lina Wertmüller.
Stasera Pamela Villoresi interpreta la poetessa, scrittrice, pittrice, traduttrice e insegnante Lalla Romano nella puntata de Il segno delle donne, in onda alle 21.10 su Rai Storia. Qui un’intervista di Francesca Pellegrini (Vanity Fair) a Pamela Villoresi.
ALTRI APPUNTAMENTI ON LINE
Cheryl Dunye, Shu Lea Cheang, Neha Gautam e Diva Martinez sono tra le ospiti di Collective Visions: The Past, Present, and Future of Feminist Media. Ci saranno anche proiezioni dei loro cortometraggi. (INFO).
Il pinkwashing di Israele colpisce anche il cinema e quindi il pubblico: se ne parla giovedì grazie a Queer Cinema For Palestine (INFO).
The Trans Studies Symposium dell’Università di Princeton inizia oggi su Zoom (INFO)
Vuoi diventare casting director? Ieri è uscito il libro libro di Lilia Hartmann Trapani intitolato “Il mestiere di casting director” ed è stato presentato on line. Puoi rivedere la presentazione a questo link.
Vuoi sapere cosa prevederà il programma di Europa Creativa 2021-2027, ossia su quali aspetti si concentreranno i nuovi bandi e quali sono le opportunità legate al Recovery Fund per le imprese culturali e creative a livello regionale? Collegati giovedì (Zoom).
COSA ASCOLTARE
Tra le scoperte fatte grazie a lettrici e lettori della newsletter, segnalo il podcast Femina Obscura, che racconta storie di donne che lavorano o hanno lavorato nel mondo del cinema. Io ho scelto di iniziare dalla storia di Waad al-Kateab. Testi di Giulia Tremolada, letti e interpretati da componenti della compagnia Elliot e da giovani attrici di teatro e di cinema. Su Spotify e nel sito della compagnia.
OPPORTUNITà
Sei un’autrice / autore e vuoi imparare a scrivere personaggi empatici e amati dal pubblico? La sceneggiatrice Miranda Pisione tiene un corso di dieci lezioni bisettimanali on line. Otto persone alla volta per garantire una buona interattività. Tutte le informazioni nell’evento Facebook.
Hai tra i 18 e i 34 anni? come immagini la Lombardia fra 10 anni? Possibilmente senza Gallera, Fontana e Salvini, vero?! In ogni caso se lo racconti con un video, puoi vincere fino a 5000 euro. INFO
Mi sembra che la settimana sia iniziata bella carica, fammi sapere rispondendo a questa e-mail o attraverso i miei account sui social:
Linkedin | Twitter | Facebook | Instagram
A prestissimo,
Chiara
Che bel progetto "Femina Obscura"! Una cosa che avrei tanto voluto fare io... :) Vado subito a sentire qualcosa.................... grazie!
sempre una meraviglia la tua newsletter, Chiara! E finalmente grazie alle tue info potrò vedere Be Natural su Alice Guy, lo inseguivo da tempo (anche se pare che non sia granché, troppo american)