Buongiorno,
lunedì 26 aprile le sale cinematografiche riapriranno e questa è apparentemente una buona notizia, perché tuttə abbiamo bisogno di normalità.
Ma la nostra stampa in genere non riporta le ragioni per cui chi lavora nel settore non è soddisfattə. Un’apertura di questo tipo, con capienza molto ridotta, si è già avuta l’anno scorso, senza che esercenti e distributori ricevessero alcun incentivo, ma solo parziali ristori. Aprire con queste modalità e senza una reale campagna di sensibilizzazione porterà le sale ad incassare così poco che saranno necessari di nuovo i ristori, senza parlare delle conseguenze sul resto della comunità del cinema, che dopo più di un anno di crisi nera verrà convocata per la prima volta questa settimana al tavolo del ministro Franceschini assieme ai sindacati. Inoltre, non appena scadrà il blocco dei licenziamenti, moltə perderanno il lavoro. Per questo sabato scorso a Piazza del Popolo a Roma si è tenuta un’imponente manifestazione di Bauli in piazza, di cui ricordo qui gli obiettivi:
1) immediata istituzione di un fondo da erogare in soluzioni mensili a tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo ed eventi, sia discontinui che partite iva, che coprano il periodo gennaio-dicembre 2021, per garantire una soglia minima di continuità di reddito;
2) immediato sostegno economico per le imprese della filiera basato sul fatturato annuo legato a spettacolo ed eventi;
3) immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che, su parametri prestabiliti, imposti i modelli graduali di ripartenza del settore, per dare una visione prospettica e agibilità imprenditoriale;
4) immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che affronti la riforma del settore con particolare riferimento alla previdenza e all'assistenza delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per quanto riguarda invece l’offerta delle sale cinematografiche, c’è un buon timing, perché poche ore prima della riapertura verranno assegnati gli Oscar, che in genere influenzano le scelte dei programmer garantendoci splendide visioni. Un film che promette molto bene è Minari, con cui Lee Isaac Chung, figlio di immigranti dalla Corea del Sud, cresciuto in Arkansas, ha voluto raccontare alla sua bambina le proprie origini e tutti i sacrifici che avevano dovuto fare i suoi genitori per trasferirsi negli Stati Uniti. Candidato a sei statuette, ha iniziato a commuovermi già a partire dal trailer! Tutte le candidature.
COSA VEDERE QUESTA SETTIMANA
Oggi è ancora presto per sapere quali altri film saranno nelle sale dal 26 aprile, ma il fatto che un film sia in streaming non esclude che possa essere proposto anche in sala, come ad esempio è già accaduto a partire dal 2018 con Sulla mia pelle o The Irishman, distribuiti da Netflix. All’epoca la cosa infastidì moltə, ma poi la pandemia ha reso evidente che se non si fissano per tempo delle leggi in merito, a fare le regole sono le grandi piattaforme, che si prendono anche il lusso di non far conoscere i propri incassi con il rilevamento quotidiano del box office fatto da Cinetel.
Il super favorito Nomadland di Chloé Zhao sarà dal 30 aprile su Star di Disney+. Per tutti gli altri film in streaming, leggi questo articolo del Post.
Ecco qualche segnalazione di film diretti da registe donne disponibili in questi giorni:
Prime Video ha reso disponibile in streaming gratuito, in tutto il mondo, anche senza abbonamento a Prime, il documentario Amazon Original nominato agli Oscar Time della regista Garrett Bradley, classe 1986. Se dovesse vincere, sarebbe la prima volta che una regista nera ottiene il premio per il per il Miglior Documentario. Time è una riflessione sul sistema carcerario statunitense attraverso gli occhi di una donna il cui marito è detenuto. Fox, la protagonista, cresce da sola sei figli maschi e per combattere il sistema è costretta, sempre da sola, a studiarne autonomamente le leggi.
Finalmente arriva su Raiplay (quindi gratis) In viaggio con Cecilia, documentario diretto da Cecilia Mangini e Mariangela Barbanente. Le due registe pugliesi si trovano nella loro terra d'origine e pongono domande che hanno già fatto parte dei documentari di Mangini, convinte che le risposte possano arrivare solo da chi quella terra la abita.
Segnalo un altro documentario con Cecilia Mangini disponibile gratuitamente su Youtube, realizzato da tre studenti del Dams di Padova: La sfida di Cecilia Mangini, regista quando le donne non osavano di Federico Benetello, Claudia Ferrara e Andrea Zanco.
Da non perdere il Festival del diritti umani di Milano, con molti incontri on line e alcune proiezioni sulla piattaforma www.festivaldirittiumani.stream. Venerdì 23 alle 21 si potrà vedere Coded Bias di Shalini Kantayya, documentario che ci fa conoscere i pregiudizi degli algoritmi e i problemi della tecnologia di riconoscimento facciale scoperti dalla ricercatrice del MIT Joy Buolamwini. La regista ha un sito, www.shalinikantayya.net, e il film è anche su Netflix.
È tempo di varare la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, ossia il DDl Zan, già approvato alla Camera [qui il testo] ma non calendarizzato in Senato. Un film che può aiutare in questo senso (anche se del finale possiamo discutere) è I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko, con Julianne Moore e Annette Bening che formano una famiglia assieme ai loro due figli. Ad un certo punto i ragazzi decidono di voler conoscere il loro padre biologico. Disponibile su Amazon Prime e a pagamento su altre piattaforme.
Si parla della vita con disabilità in Crip Camp di Nicole Newnham e James Lebrecht, candidato all’Oscar che Netflix presenta tra i “documentari politici”. Racconta un capitolo importante nella storia dei diritti delle persone disabili, iniziato con il campeggio estivo Camp Jened, creato negli anni Cinquanta e chiuso nel 2009 sui monti Catskills nello Stato di New York. Il regista e attivista James Lebrecht, una carriera come sound designer, l’ha frequentato. Gli Obama sono tra i produttori esecutivi.
In Exhibition di Johanna Hogg i protagonisti sono una coppia di perfomer che devono vendere la casa in cui hanno vissuto per vent’anni. Un cambiamento che fa emergere ansie, ricordi e sogni. Su Mubi, dove si può vedere anche l’esordio della regista, Unrelated. Mubi è gratuito per un mese per chi sostiene Cineaste: scopri qui come.
Sempre su Mubi, c’è una sezione speciale dedicata a Márta Mészáros, una delle più grandi registe ungheresi (classe 1931) che fu criticata a lungo per aver sempre presentato personagge non convenzionali e non essersi preoccupata di dare un’immagine idilliaca del proprio paese. Qui una sua biografia scritta da Silvana Silvestri per L’Enciclopedia Treccani.
Corpo e anima è diretto da un’altra regista ungherese, Ildikó Enyedi, e nel 2018 è stato designato per gli Oscar dopo aver vinto a Berlino l’Orso d’Oro, il premio della giuria ecumenica e il Premio Fipresci. Inizia così: Maria fa tutte le notti lo stesso sogno, ed è lo stesso identico sogno che fa il suo capo. Il critico di Variety Guy Lodge lo ha descritto come «una storia d'amore disadattata, decisamente eccentrica ma a tratti sbalorditiva». In streaming su Amazon Prime e acquistabile su altre piattaforme.
Chi conosce Andrea Arnold - regista di American Honey e di episodi delle serie Big Little Lies, Transparent e I love dick - sarà felice di trovare Fish Tank, che ottenne nel 2009 il premio della Giuria a Cannes e il BAFTA come miglior film inglese. Protagonista è una ragazza di quindici anni, “un carattere impetuoso, nessuna amica, una madre coetanea, eccetto per l'anagrafe, una sorellina specializzata in turpiloquio e una grande passione per la danza hip-hop. Per lei ogni giorno è uguale all'altro, fin quando in casa non compare un amichetto occasionale della madre, Connor.” [Ho rubato la sinossi a Chili perché ha sintetizzato meglio di me]. Su varie piattaforme.
Tra le nuove proposte di MioCinema segnalo In un mondo migliore di Susanne Bier, Oscar per il miglior film straniero nel 2011, che inizia come una storia di bullismo tra ragazzi adolescenti.
Tra i bellissimi cortometraggi candidati quest’anno agli Oscar è disponibile anche The Present, diretto dalla regista di origine palestinese Farah Nabulsi. Ha vinto il BAFTA 2021, ed è candidato ai Premi Oscar nella categoria miglior cortometraggio. [Grazie Chiara A. per la segnalazione!]
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Grazie,
Chiara
Sempre interessante! Aggiungo che da domani su MyMovies parte MyReload, spazio dedicato ai corti (3 euro al mese il costo), e sarà in catalogo anche The Present.