Cineaste n.34: Solidarietà alla regista Valentina Pellitteri, censurata dalla Marina Militare
Vogliamo vedere This Is Italian Warship!
Buongiorno,
tra un festival e l’altro mi sto divertendo parecchio, ma il tempo per scrivere scarseggia e quindi anche oggi arriva in soccorso una brava collega, Arianna Vietina, a consigliare le ultime uscite in sala e in streaming. Perché Cineaste è il luogo virtuale in cui si celebra in cinema delle donne, ma mica lo so fare solo io!
Prima di passare alla selezione di Arianna, però, condivido alcune notizie.
Ho raccontato sul Fatto Quotidiano il caso che coinvolge la regista Valentina Pellitteri, che non può veder uscire il suo film This Is Italian Warship perché censurato dalla Marina Militare. Pellitteri salì su una portaerei, invitata dalla stessa Marina, per documentarne il lavoro. Ma nel 2013 ci fu una forte mobilitazione per fermare la Cavour, perché trasportava armi anche in paesi in guerra. La regista fu rispedita in Italia dal Madagascar e da allora non ha potuto far uscire il suo documentario, peraltro molto bello (l’ho visto partecipando ad un pitch). Qui la sua storia.
I professionisti dello spettacolo mi hanno spiegato perché il nuovo welfare lanciato dal Ministro della Cultura Dario Franceschini non combatte il lavoro nero e nemmeno il lavoro grigio, e non è affatto la riforma che chiedevano di realizzare insieme. Su Rolling Stone.
La piattaforma di streaming voluta dal Ministro della Cultura Franceschini è nata da pochi giorno. Si chiama Itsart e l’ho provata: è molto lontana dalla aspettative (se non altro quelle dello stesso Franceschini) e ci sono molti motivi per cui non dovrebbe esistere. Innanzitutto perché non rispetta i lavoratori e in questo senso è puro odio di classe, come ho scritto per Dinamopress.
Ed ecco i suggerimenti di Arianna Vietina per i prossimi giorni.
COSA VEDERE AL CINEMA
Arriva in sala il film di Francesca Mazzoleni Punta sacra, documentario sulla comunità dell’Idroscalo di Ostia, dove 500 persone si sostengono in un contesto tutto da scoprire. Il film ha vinto il premio come Miglior Film al festival Vision du Reel, snodo fondamentale del mercato del documentario, e questa notizia ci rende orgogliose. La regista, uscita dal Centro Sperimentale di Cinematografia, aveva già realizzato il film di finzione Succede e alcuni cortometraggi.
Qui si può leggere una bella intervista di Margherita Bordino su Artribune.
Il 17 giugno esce Herself della regista inglese Phyllida Lloyd (già autrice di The Iron Lady), con il titolo italiano La vita che verrà. Il film parla di emancipazione femminile e violenza domestica, attraverso l’esperienza della protagonista Sandra, in fase di separazione dal marito e al tempo stesso alla ricerca di una nuova casa in cui vivere con le due figlie. Traspare dal trailer una forza militante, atta a evidenziare le difficoltà delle donne sole e vittime di un sistema governato dagli uomini, che si tratti del contesto familiare come di quello più ampiamente sociale. L’obiettivo di costruire una casa da zero diventa il mezzo per ritagliarsi uno spazio di autonomia, indipendenza e libertà.
Questa settimana in sala anche il secondo lungometraggio di Caroline Vignal, Io, lui, lei e l’asino, una commedia con Laure Calamy, che per l’interpretazione è stata insignita del Premio César. Un triangolo amoroso evolve in modo inaspettato grazie alla scelta della protagonista di viaggiare con un asinello, che diventa la spalla comica del film, rivelando fragilità e punti di forza di lei.
Uscita limitata a tre giorni, 14-15-16 giugno, per Extraliscio - Punk da Balera di Elisabetta Sgarbi, già autrice di numerosi film. Il documentario, presentato alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia all’interno delle Giornate degli Autori, è stato realizzato come un’opera di rinvigorimento della scena musicale italiana, coinvolgendo numerosi artisti nella descrizione della band Extraliscio. La regista ha dichiarato di essersi innamorata della band quando l’ha scoperta, di aver scelto di seguirla anche per ritornare alle origini romagnole della madre e che il film vuole lanciare “un segno di speranza e di gioia, fondamentale in un momento come questo, in cui abbiamo bisogno di leggerezza”.
Esce anche un altro progetto legato al centenario di Federico Fellini, il documentario Fellinopolis di Silvia Giulietti. Il film è stato realizzato grazie al girato di backstage di La città delle donne, E la nave va e Ginger e Fred e a numerose interviste a professionisti che hanno lavorato con Fellini, tra cui spicca la grandissima Lina Wertmüller. Il progetto assume una dimensione ancora più interessante quando scopriamo che la regista, classe 1962, ha avuto modo di lavorare su alcuni set di Fellini (oltre che su quelli dei Taviani, Wertmüller, Cavani e persino Tarkovskij), in quanto sin da giovanissima ha cominciato a lavorare per la Gaumont e si è poi specializzata come una delle prime operatrici in Italia.
COSA VEDERE IN STREAMING
Passando allo streaming si segnala l’uscita su Netflix del film Selva Tragica di Yulene Olaizola, presentato all’interno del Concorso Orizzonti alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta di un thriller ambientato nella giungla, i cui protagonisti sono una donna in fuga dal matrimonio combinato e gli esploratori desiderosi di conquistarla. È chiaro che si parla di molteplici livelli di sopraffazione, sia da parte dell’uomo sulla donna che da parte dell’essere umano sulla natura, mischiando tensioni differenti in una ambientazione atipica.
Su MUBI è disponibile Shiva Baby di Emma Seligman, una commedia caustica ambientata durante un funerale ebraico. La protagonista Danielle sembra trovarsi decisamente fuori luogo da ogni punto di vista, ma decide di stare al gioco e vedere se riesce a cambiare le regole dello stesso all’interno della piccola comunità di parenti serpenti. Divertente e definitivo, può essere la visione giusta per ricordarci quanto poco possa bastare per destabilizzare l’opinione altrui e ritrovare la serenità con noi stessi. Non dobbiamo per forza tenere la bocca chiusa.
Il film estende il cortometraggio omonimo che la regista aveva realizzato nel 2018, visibile ora gratuitamente su Vimeo.
Ma anche MUBI è gratis per un mese per chi si abbona a Cineaste, grazie a una partnership: scopri qui come.
Su MUBI si possono vedere anche i film di Isabel Pagliai, Tender, mediometraggio del 2020, e Isabella Morra, cortometraggio del 2015.
Vale la pena di ricordare che su MUBI c’è un’ampia selezione di cortometraggi, opere che raramente trovano circolazione al di fuori dei festival: una selezione che spazia da Maya Deren a Mati Diop con il suo ultimo In my room, uno dei più efficaci e poetici racconti sull’isolamento del lockdown di marzo 2020.
Su Mubi segnaliamo anche la retrospettiva su Márta Mészáros, prima regista ungherese che ha esordito nel 1968 con il film The Girl (Eltávozott nap). Mészáros combina il suo racconto personale e autobiografico con lo sguardo documentario, ponendo al centro del suo racconto donne indipendenti. Sulla piattaforma sono disponibili 7 titoli che coprono la sua attività fino al 1990.
È ancora aperto il bando per la seconda edizione di Mom Film Fest, che raccoglie film realizzati da mamme. È possibile partecipare con film realizzati dopo il 2015, di una durata massima di 30 minuti, iscrivendosi al costo di 15 dollari. L’evento si terrà ad agosto 2021.
Parentesi festivaliera: al festival IsReal di Nuoro, dedicato al cinema del reale e che si è svolto dal 25 al 30 maggio 2021, ha vinto il film The Postcard della regista marocchina Asmae El Moudir. A Padova invece, al Detour Festival del Cinema di Viaggio, ha vinto il premio come Miglior Film Lillian di Andreas Horvath, un film girato senza sceneggiatura che immagina le vicende di Lillian Alling, ragazza scomparsa mentre cercava di tornare in Russia a piedi partendo da New York.
Notevoli le scelte di Arianna, vero?
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Grazie,
Chiara